Nel corso dell'esercitazione avete assistito al processo di produzione di una pasta frolla impastata a mano e con impastatrice planetaria.
Sono stati oggetto della lezione: la quantità ed il tipo degli ingredienti, l'ordine e la modalità di mescolamento, i tempi e le
temperature del processo, la qualità organolettica e nutrizionale dei
prodotti ottenuti. Infine, abbiamo approfondito alcune informazioni relative alle uova.
In questa pagina trovate appunti per studiare e ripetere.
La pasta frolla
Ingredienti e processo di impastamento
La pasta frolla è un impasto di farina, generalmente con un valore di W piuttosto basso, zucchero, burro, uova, sale. A questi ingredienti vengono aggiunti aromi come vaniglia, vanillina o la buccia di un agrume ed eventualmente un pizzico di polvere lievitante.
L'impasto è lavorato, fino ad assumere una consistenza piuttosto compatta che può variare a seconda della ricetta e della quantità degli ingredienti che saranno aggiunti e dell'uso che se ne farà. Se la pasta è lavorata troppo a lungo la friabilità è compromessa per un eccesso di formazione del glutine.
Di seguito la ricetta utilizzata nel corso dell'esercitazione che è un giusto compromesso per una pasta frolla da utilizzare per biscotti e per fondi.
- 1 Kg farina 00
- 600 g burro
- 400 g zucchero semolato (o a velo)
- 190 g di tuorlo d'uovo
- pizzico di sale
- latte parzialmente scremato (q.b. circa 15 g)
- scorza di limone grattuggiata (q.b)
- estratti di vaniglia (1 bustina di estratto o eventualmente una bacca)
- eventuale pizzico di agente lievitante (lievito Paneangeli)
Ingredienti
A seconda della friabilità che si vuole ottenere, la quantità di burro potrà variare (dal 30% al 70%) sul peso della farina.
Chiaramente a seconda dell’utilizzo che se ne dovrà fare si deciderà se mettere più o meno burro. Il burro deve essere utilizzato a temperatura ambiente per favorire la giusta amalgama con la farina (definita sabbiatura).
La regola è: più burro = maggiore friabilità e morbidezza della pasta frolla
Impastamento
Mettere nella ciotola dell'impastatrice il burro e lo zucchero girare e amalgamare bene il composto. Burro e zucchero vanno lavorati a velocità media; una velocità troppo elevata scalderebbe il burro che non riuscirebbe più a intrappolare l’aria. Visivamente, a mano a mano che l’aria viene incorporata, si osserva un cambiamento di colore dal giallo al bianco a causa dell’aria intrappolata, fino a ottenere una consistenza molto soffice.Inoltre, i granelli di farina vengono isolati dai liquidi (tuorli ed eventualmente albumi) grazie alla sabbiatura con il burro che li avvolge. Quando viene aggiunta l'acqua (sottoforma anche di latte, tuorli o albumi) questa riesce solo in minima parte a reagire con le proteine presenti nella farina (la gliadina e la glutenina) per formare il glutine perché il grasso impedisce fisicamente alle proteine di legarsi tra loro.
Approfondimento su alcuni ingredienti
Il lievitante chimico
È un lievito chimico in polvere, istantaneo composto da bicarbonato e pirofosfato, che sono agenti lievitanti (producono anidride carbonica) i quali si attivano con l'acqua e il calore del forno.
La vanillina e la bacca di vaniglia
La vanillina è, a differenza della vaniglia in bacca, un prodotto non naturale, viene prodotto dalle industrie alimentari e si trova confezionato in bustine, sottoforma di aroma in polvere bianca che ha il profumo e aroma di vaniglia. Costa poco e ha una lunga scadenza.
La vaniglia naturale è il baccello (o bacca) ovvero il frutto di una particolare specie di orchidea coltivata nelle regioni tropicali in particolare nelle isole dell'Oceano Indiano. Dal frutto si ottiene una spezia profumata. Il baccello ha la forma lunga e sottile e all’interno di questo ci sono i semini che hanno il vero, autentico e naturale profumo e aroma di vaniglia.
Il Paese che ne esporta di più al mondo è il Madagascar, mentre quella prodotta in Papua Nuova Guinea è considerata tra le migliori al mondo. Il costo dei baccelli è molto elevato. La vaniglia è la seconda spezia più costosa al mondo dopo lo zafferano.
Le uova
- Guscio, rappresenta circa il 10% in peso dell’uovo intero. È formato prevalentemente da carbonato di calcio (CaCO3). È importante perché oltre a svolgere una funzione protettiva, fornisce calcio (Ca) all’embrione del futuro pulcino ed inoltre, essendo poroso, consente gli scambi gassosi con l’esterno. Il guscio è poroso ed è per questo motivo che con l’andar del tempo l’acqua contenuta evapora, anche se lentamente. Il colore è variabile con la specie e la razza della gallina ovaiola e non ha alcuna relazione con le proprietà nutrizionali o gastronomiche del contenuto. Il guscio è ricoperto da una pellicola chiamata cuticola, che si forma subito dopo la deposizione, e rappresenta una prima barriera contro i microrganismi. Sotto il guscio si trovano due sottili membrane chiamate membrane testacee, tra le quali, in corrispondenza del polo ottuso, si forma la camera d'aria, che è importante per valutare la freschezza delle uova (è assente, infatti, alla deposizione ed aumenta di volume con il passare del tempo). Le membrane testacee separano il guscio dall'albume e sono una seconda barriera per l'ingresso dei microrganismi.
- Albume, circa il 60% in peso dell’uovo intero. È una soluzione colloidale acquosa che contiene diverse proteine ad alto valore biologico (ovoalbumina, conalbumina e ovomucoide). In questa parte dell'uovo si trova anche la proteina lisozima (antibatterico naturale) e l’avidina (antivitamina H). Quest’ultima si lega alla vitamina H (biotina) e la rende inattiva. L’avidina si denatura con il calore e perde la sua azione antinutriente. Dalle due estremità dell'albume partono due strutture simili a “corde attorcigliate" che si chiamate calaze, che partono dalle membrane testacee ed arrivano fino al tuorlo (alla membrana vitellina) e lo mantengono fermo in posizione centrale. Con il passare del tempo, le due calaze si indeboliscono perdendo consistenza.
- Tuorlo, circa il 30% in peso dell’uovo intero. È costituito prevalentemente da lipidi (grassi) sotto forma di trigliceridi, fosfolipidi (lecitine che hanno effetto legante ed emulsificante) e colesterolo (circa 250 mg in un uovo di peso medio). Contiene anche vitamine e ferro. Il tuorlo è avvolto da una pellicola chiamata membrana vitellina. Il colore del tuorlo è determinato dall’alimentazione delle galline: più è ricca di carotenoidi e più il tuorlo ha una colorazione intensa. Esistono mangimi naturali o appositamente preparati per arricchire i toni arancioni e rossi del tuorlo, una qualità particolarmente richiesta per alcune preparazioni (la pasta all’uovo, per esempio). Sul tuorlo delle uova fecondate è possibile trovare una piccola struttura (circa 3 mm) di colore rossiccio che corrisponde al germe. Il tuorlo essendo ricco di grassi conferisce sapore ai prodotti.
- XL Grandissime, 73 g e più
- L Grandi, di 63 g e più ma inferiore a 73 g
- M Medie, di 53 g e più ma inferiore a 63 g
- S Piccole, meno di 53 g
Il guscio rappresenta una barriera fisica alla penetrazione di microrganismi anche grazie alla presenza della cuticola che copre i pori del guscio. Mantenere integro e inalterato il guscio rappresenta quindi un requisito essenziale per la salubrità dell’alimento stesso. Eventuali danni al guscio possono favorire la contaminazione batterica e la perdita di umidità, aumentando in tal modo i rischi per i consumatori. Le alterazioni del guscio, infatti sono le prime responsabili del passaggio al suo interno di microrganismi, compresi patogeni umani.
Le uova sono, quindi, vendute non refrigerate per evitare che durante il trasporto a casa, essendo stata interrotta la catena del freddo, lo sbalzo di temperatura formi umidità sul guscio che potrebbe favorire una proliferazione batterica. Dopo l'acquisto le uova vanno però riposte in frigorifero e non tolte sino al loro consumo. La refrigerazione è il modo migliore per tenere i batteri sotto controllo.
È sempre consigliabile conservare le uova nel loro cartone di vendita e riporle nei ripiani centrali del frigorifero anziché nei porta uova collocati di solito nella porta del frigo. La temperatura della porta del frigo, infatti, è soggetta a variazioni conseguenti alle aperture e chiusure, mentre sui ripiani rimane maggiormente costante.
Una volta svuotati, è bene non riutilizzare i cartoni (o altri contenitori) delle uova: non essendo le uova sterili, gli stessi potrebbero essere stati contaminati dai microrganismi residenti sul guscio dell’uovo, inclusi i patogeni.
Lavare il guscio non è indispensabile se si presenta pulito. Non lavare o pulire le uova, perchè questa pratica può danneggiare il guscio e la cuticola, che costituiscono una efficace barriera sia di tipo fisico, sia contro possibili contaminazioni batteriche. Se il guscio si presentasse sporco è meglio usare un panno umido e appena prima del loro utilizzo.
Lavare il guscio è inutile per l’uovo, ma utile per evitare contaminazioni in cucina, quindi, allontanare subito eventuali residui di guscio o il panno che si è utilizzato per eventuali pulizie del guscio e lavarsi le mani prima di toccare nuovamente altre cose o alimenti in cucina. Le mani vanno lavate molto bene anche dopo aver rotto il guscio e dopo aver maneggiato l'uovo perché esso, da crudo, potrebbe contenere Salmonella e contaminare altri ingredienti o superfici.
Una volta rotti i gusci devono essere eliminati velocemente e gettati direttamente nei portarifiuti adibiti ponendo attenzione a non poggiarli su nessun ripiano o utensile.
Al termine della loro manipolazione tutta la zona dedicata, gli utensili, i piani di appoggio devono essere sanificati immediatamente in modo da evitare la contaminazione delle manipolazioni successive.
Le uova manipolate, se non utilizzate immediatamente, devono essere riposte in frigorifero e coperte fino al loto utilizzo,
La cottura delle uova è altrettanto importante: è essenziale infatti che le uova e i prodotti che le contengono siano cotti fino al raggiungimento, al cuore, almeno di +75°C.
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